di Antonio Lo Campo – giornalista scientifico e socio Società Astronomica Pugliese –
Quello da poco iniziato, è l’anno numero 58 dell’era spaziale, sin da quando venne lanciato il primo satellite artificiale. E anche questo 2015 sarà denso di eventi astronautici, tra appuntamenti nel Sistema Solare, e lanci programmati da basi spaziali di tutto il mondo.
*pubblicato in Cultura – La Gazzetta del Mezzogiorno 3 febbraio 2015

Partiamo dal Sistema Solare.
Dawn su Cerere. E arriva la prima missione su Plutone –
Mentre ci aspettiamo ulteriori novità dalla sonda Rosetta, che continuerà a ruotare attorno alla cometa 67-P per tutto il 2015, nella speranza che tra febbraio e marzo il modulo atterrato Philae possa tornare a funzionare (con il maggiore irraggiamento solare), sono in programma due appuntamenti interplanetari da prima assoluta.

La sonda americana Dawn,dopo più di un anno passato a studiare l’asteroide Vesta, è ora in viaggio verso la sua destinazione finale, il pianeta nano Cerere, l’oggetto più grande della fascia degli asteroidi, che raggiungerà in febbraio.
Un’altra sonda statunitense, la New Horizons, è ormai vicina ad un ex pianeta: Plutone. Dopo aver superato lo scorso agosto l’orbita di Nettuno, è sempre più vicina al traguardo, previsto per luglio 2015. E’ la prima missione ad esplorare l’ex pianeta ora catalogato pianeta nano.
Il prossimo mese di luglio il razzo vettore “Vega”, lanciatore europeo dell’ESA, ma di realizzazione quasi del tutto italiana, lancerà nello spazio il satellite dell’ESA LISA-Pathfinder, che dovrà mettere a punto le tecnologie necessarie al progetto di un futuro osservatorio spaziale per onde gravitazionali di bassa frequenza. A bordo del satellite ci sarà un sistema composto da due masse di prova e da un interferometro che, insieme all’elettronica e all’ottica, costituisce il LISA Technology Package, realizzato da ricercatori di vari enti europei, compresi i ricercatori dell’Università di Trento.
Il 2015 è un anno importante per Vega: tre lanci, compresi quello, imminente, dell’11 febbraio con il prototipo di navetta IXV, realizzato da Thales Alenia Space, e poi in aprile con il satellite per TLC Sentinel 2A.
Il traffico verso la Stazione Spaziale.
Sarà intenso, come sempre, il traffico da e per la Stazione Spaziale Internazionale. A fine maggio, si concluderà la missione dell’ASI “Futura”, che comprende la nostra Samantha Cristoforetti. E sono in programma quattro lanci Sojuz con equipaggio (di tre) verso la Stazione Spaziale: 27 marzo, 26 maggio, 1 settembre, e uno in dicembre. Con il lancio della Sojuz di marzo, a bordo ci sarà anche il veterano americano Scott Kelly, destinato a restare in orbita per un anno.
Sarà il primo astronauta della ISS a trascorrere un tempo così lungo in orbita. Farà un po’ da cavia: dopo la sua permanenza nello spazio, si effettueranno alcuni test di confronto con il fratello gemello Mark, anch’egli astronauta, per capire quanto, dal punto di vista fisiologico e genetico, l’esposizione dell’astronauta alle radiazioni in orbita potranno influire sul fisico e quindi (a lungo andare) sulla sua salute.
Ma nel frattempo la Stazione verrà rifornita da veicoli cargo russi Progress-M, con lanci cadenzati ogni tre mesi, dal modulo automatico giapponese HTV (in agosto) dalle capsule Dragon della privata Space X (sono in programma 4 lanci, il primo dei quali è stato già effettuato in gennaio), che tra due anni potrebbe volare con a bordo astronauti, e per fine anno si attende il lancio di uno dei moduli Cygnus, realizzati per buona parte in Italia, che dopo il fallimento del razzo Antares di fine ottobre, cambia razzo vettore, e verrà lanciato con un Atlas 5.
Il 29-31 gennaio, due satelliti per l’eco-sistema terrestre.
I primi due lanci di un certo rilievo del 2015, nell’ambito dei satelliti applicativi, sono stati effettuati nei giorni scorsi.
Il 29 gennaio, c’è stato un nuovo lancio del razzo Falcon 9, della SpaceX (lo stesso delle navicelle Dragon verso la ISS), per una missione “eco-ambientale”; il lanciatore, partendo da Cape Canaveral, mette in orbita il satellite DSCOVR (Deep Space Climate Observatory), che poi verrà posto in un punto di “librazione” in L-1, tra Terra e Sole (cioè a 1.500.000 chilometri dalla Terra) e da questa posizione effettuerà nuovi e più approfonditi studi sulla meteorologia e soprattutto sui cambiamenti climatici.
Gli studi riguarderanno diversi settori: il global warming, misure sulla quantità di luce riflessa dalla Terra (albedo), formazioni nuvolose, condizioni delle vegetazioni, impatto dei raggi UV e controllo del buco nell’ozono. Inoltre, il 31 gennaio è stato lanciato SMAP (Soil Moisture Active Passive), dalla base californiana di Vandenberg; il suo compito sarà di misurare e mappare le composizioni chimiche di molte regioni terrestri, oltre a studiare e aggiornare in dettaglio il ciclo dell’acqua, del carbonio, ecc, grazie ad un radar e un radiometro molto sofisticati, che studieranno anche, scrutando sotto le nubi, la vegetazione di alcune regioni del nostro pianeta per tre anni.